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Accettare che qualcosa esca e che il nuovo entri: l'elaborazione di un lutto

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Vi presento il caso di M., un giovane adulto di 25 anni, che venne da me per una difficoltà sessuale. Mi disse di soffrire da pochi mesi di problemi di erezione e di sentirsi a disagio ogni volta che conosceva una ragazza.
Spesso le persone si recano dallo psicologo per un sintomo e col tempo scoprono che quel sintomo in realtà serve a coprire un malessere di fondo.
Già dal primo colloquio, si delinearono elementi importanti, che fecero luce sull'impotenza del ragazzo: meno di un anno prima era stato lasciato dalla fidanzata, di cui era ancora innamorato e per la quale non riusciva a voltare pagina, così le ragazze che conosceva, uscendo con gli amici, non gli interessavano abbastanza da voler dimenticare il passato e concedersi nuove opportunità. La ex fidanzata non era l'unica perdita da elaborare; infatti, due anni prima gli era morto il padre, che si era suicidato buttandosi dalla finestra della propria abitazione: soffriva da tempo di una grave forma di depressione.
M. era rimasto da solo con la madre e il fratello più piccolo di 16 anni. Dopo il diploma aveva frequentato l'università. Stava preparando la tesi quando avvenne la tragedia del padre. Da allora decise di mollare tutto e trovo un lavoro come meccanico vicino a casa. Si diceva soddisfatto di quell'impiego e non aveva rimpianti nei confronti dell'Università.
Dopo vari colloqui e affrontando il tema dell'elaborazione del lutto, fu possibile ricostruire la storia di M., attribuendo significati diversi alla sua narrazione e portandolo a prendere coscienza e consapevolezza di se e delle sue emozioni.
Dopo alcuni mesi dal nostro primo incontro, M. prese ad uscire con una ragazza di cui si innamorò e decise di concludere la tesi e di laurearsi.


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