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La bambina che voleva una casa

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Una coppia di genitori venne da me perché la figlia maggiore di 9 anni lamentava sofferenza e disagio in seguito alla loro separazione. Giunsero in seduta tutti quanti, compreso il fratellino minore di 6 anni.
Tra i due, la più preoccupata sembrava la mamma (era stata lei a contattarmi telefonicamente). In base alla sua impressione, finché la coppia era rimasta sotto lo stesso tetto, litigando dalla mattina alla sera, la figlia era relativamente tranquilla. Da quando si erano separati e avevano entrambi altri partner, la bambina era sempre triste, si arrabbiava facilmente ed aveva iniziato a lamentare forti mal di testa.
I figli erano domiciliati presso la madre e con l'affidamento congiunto vedevano il padre due giorni alla settimana e due fine settimana al mese.
Alla bambina non piaceva il nuovo compagno della madre, mentre non conosceva la donna del padre.
La bambina non viveva bene la situazione: non voleva avere due case e non voleva stare anche col compagno della madre.
Inoltre, i genitori continuavano a litigare in ogni occasione possibile.
Il padre sembrava più conciliante, mentre la mamma assumeva un atteggiamento di sfida nei suoi confronti e si metteva a tu per tu con la figlia.
Fu interessante notare che ad ogni mia richiesta di disegnare qualcosa che alla bimba piacesse, lei raffigurava sempre e solo la sua casa di origine, che i genitori avevano venduto dopo la separazione.
Passarono mesi e si rese necessario che la coppia genitoriale fosse disposta a dialogare maggiormente sulle necessità dei figli e si dimostrasse più conciliante con l'esigenza dei bambini di passare più tempo soli con la madre, oppure insieme con il padre.
La bella casa, ossessivamente disegnata, in cui la bambina era cresciuta, stava ormai diventando solo un ottimo ricordo.


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