Dott: Fabio MartinopsicologoRiceve: Via M. Gaudiosi 6 Salerno Tel: 328 5632104 Mail: scrivimi una mail Sito Web: http://www.psicologosalerno.com Chi sono: “La vita di ogni persona merita un romanzo…” E. Polster Sono uno psicologo clinico, un counselor ed un socio effettivo della SIPO (Società Italiana di Psiconcologia). Mi sto specializzando in Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale presso l’IGAT. Ho scelto questa professione e la esercito con cura e passione perché credo che il vissuto di ogni essere umano meriti grande rispetto e profonda attenzione. Mi sono laureato in psicologia con il massimo dei voti presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Prima di cominciare a prendermi cura degli altri, per molti anni ho lasciato che un terapeuta si prendesse cura di me. Una lunga psicoterapia personale mi ha dato gli strumenti per “SENTIRE” profondamente le persone, per entrare in empatia con loro. Ho una visione olistica dell’individuo, in cui mente, corpo e ambiente si compenetrano e si influenzano vicendevolmente. Offro un ascolto competente e rispettoso volto alla creazione di un rapporto di fiducia ove la persona possa sentirsi a suo agio, compresa e sostenuta. Il mio studio diventa uno spazio per poter riscoprire risorse e potenzialità ed entrare in contatto con le proprie criticità al fine di poterle elaborare consapevolmente all’interno di un rapporto volto alla valorizzazione della dignità e centralità della persona autrice del proprio cambiamento. La meta della terapia, quindi, diventa quella di dare al paziente i mezzi con cui risolvere sia i suoi problemi attuali che quelli che potrebbero insorgere in futuro. Questo strumento è l’AUTOAPPOGGIO, la capacità di AUTOSOSTENERSI, che può acquisire trattando se stesso e i suoi problemi con tutti i mezzi a lui disponibili attualmente. Se il paziente può diventare veramente consapevole di se stesso e delle sue azioni in ogni momento e a ogni livello, quello verbale e non verbale, corporeo e della fantasia, comprenderà quali sono le difficoltà attuali e potrà aiutarsi da se a risolverle nel presente, nel qui e ora. Ogni ostacolo che riuscirà a superare nel presente faciliterà la soluzione del problema successivo, poiché ogni soluzione accrescerà la capacità di auto-sostenersi. Credo fortemente nell’importanza delle relazioni, pertanto promuovo periodicamente percorsi di gruppo in cui è possibile sperimentare l’intensità delle relazioni, accogliere, ascoltare e condividere il mondo dell’altro, in un contesto che favorisce l’autostima e il confronto. Ho avviato laboratori e incontri di gruppo sulla promozione del benessere e percorsi di crescita personale, nell’ottica della valorizzazione delle qualità individuali e finalizzati al raggiungimento di un benessere personale. In questi laboratori do molto rilievo all’esplorazione delle emozioni, all’autostima, all’incontro tra arte e terapia e all’importanza del corpo quale veicolo di emozioni e di relazione con l’altro. Presto la mia professionalità in ambito formativo e aziendale su tematiche di carattere psicologico (tecniche di comunicazione e negoziazione; la gestione dello stress; la gestione e la motivazione dei collaboratori; lo sviluppo della leadership; la comunicazione e i rapporti interpersonali). Le aree per le quali ho la formazione e la sensibilità adeguata sono: - La gestione dello stress, dell’ansia e degli attacchi di panico - La prevenzione del disagio e la promozione del benessere (self assessment e self empowerment) - Il burnout, con particolare attenzione al sostegno del ruolo dei diversi operatori nelle relazioni d’aiuto (insegnanti, medici, infermieri..). - Psiconcologia - Il sostegno alle coppie, comunicazione efficace, negoziazione e mediazione. - Il sostegno psicologico nelle diverse fasi della genitorialità (dal concepimento al momento del distacco, passando dallo smarrimento legato alla fase adolescenziale). - I vissuti adolescenziali. Ho molto a cuore il benessere delle persone che si rivolgono a me, e non smetto mai di supervisionare il mio lavoro attraverso il confronto con colleghi capiscuola. Continuo inoltre a partecipare ad eventi formativi, in modo da essere sempre aggiornato. Svolgo attività di psicologo presso due studi privati, a Salerno ed a Nocera Superiore (SA), nei quali offro il primo colloquio gratuito. Di cosa mi occupo: L’uomo sa molto più di ciò che comprende. A.Adler Sostegno individuale per: Disturbi d'ansia: Attacchi di Panico, Fobie specifiche e sociali, Disturbi Ossessivo-Compulsivi, Stress, Ansia specifica e generalizzata, Ansia da prestazione (come ansia da esame, ansia da prestazione sessuale ecc.) Disturbi dell'adattamento : Disturbi del comportamento Disturbi della relazione Dipendenza affettiva Burnout con particolare attenzione al sostegno del ruolo dei diversi operatori nelle relazioni d’aiuto (insegnanti, medici, infermieri..) Prevenzione del disagio e promozione del benessere (self assessment e self empowerment) Psiconcologia Sostegno psicologico nelle diverse fasi della genitorialità (dal concepimento al momento del distacco, passando dallo smarrimento legato alla fase adolescenziale). Risoluzione delle difficoltà relazionali familiari (madre -padre - figlio); Risoluzione delle difficoltà educative: (Disagio dei genitori; Disagio degli educatori); Risoluzione del disagio psicologico dei familiari di pazienti psicotici e/o affetti da grave disturbo psicologico; Risoluzione dei disagi psico-sociali Elaborazione del lutto da decesso o da separazione Risoluzione delle situazioni di impasse universitario; Crescita personale, sviluppo della consapevolezza e della spontaneità, cambiamento del proprio stile di vita; Risoluzione delle difficoltà decisionali e superamento delle paure esistenziali e del cambiamento. Diverse situazioni di vita, difficoltà, problemi, disturbi e/o sintomi sono tutte valide motivazioni per richiedere una consulenza psicologica. Solitamente è nei momenti di crisi che si è più disposti a cogliere l’opportunità per un cambiamento. In alcuni casi la richiesta di sostegno psicologico è motivata da un problema che limita la persona nelle sue possibilità di scelta, altre volte, è legata allo sviluppo e alla crescita personale, o ancora è dovuta a situazioni che irrompono all’improvviso e minacciano gli equilibri psicologici di chi le subisce. Il sostegno psicologico individuale si rivolge a coloro che vivono situazioni di disagio (ansia, depressione, stress, attacchi di panico, fobie, dipendenza da alcol, disturbi del comportamento alimentare, lutti, separazioni, difficoltà relazionali) e/o che devono affrontare una sofferenza psicologica la cui fonte viene identificata in contesti e relazioni esterne (il lavoro, la famiglia, gli amici) che incidono, più o meno gravemente, sul benessere fisico e psicologico. Attraverso un percorso psicologico è possibile analizzare il problema che la persona si trova ad affrontare, definire gli obiettivi perseguibili e progettare l’intervento più appropriato attraverso un lavoro mirato a raggiungere un cambiamento che si concretizza in uno stato maggiore di benessere personale, non inteso necessariamente come risoluzione totale e definitiva dei problemi presentati all’inizio, ma come acquisizione e attivazione di risorse, di strumenti necessari per affrontare problematiche passate, presenti o future. Lo psicologo, dunque, cerca di orientare, favorire, sostenere e sviluppare le potenzialità della persona e la sua qualità di vita, agevolando atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità, le consapevolezze e le risorse strettamente personali. Tutto questo in una relazione paritaria e basata sulla comunicazione interpersonale, l'ascolto, l'empatia ed il sostegno, nella quale ci si prefigge di trovare insieme le migliori strategie, rendendo così possibili certe modifiche e certe opzioni. L’obiettivo di un percorso psicologico è la capacità di riflettere su se stessi, che porta ogni paziente a porsi nuove domande, nuovi dubbi, raggiungendo un diverso livello di consapevolezza di sè, relazionale, legato all’acquisizione di nuove capacità di collegare e dare senso agli eventi. Gli incontri offrono, quindi, un’occasione per iniziare a prendersi cura di sé, per sciogliere i nodi che imbrigliano le proprie potenzialità ed il proprio benessere, per favorire il recupero delle risorse personali. Il trattamento psicologico sarà quindi finalizzato al conseguimento della migliore realizzazione di se stessi e delle proprie capacità/potenzialità; all’aumento della conoscenza di sé e all’accettazione dei propri limiti al fine della riduzione della sofferenza psicologica. Sostegno alla Coppia per: In contrasto con l’unione simbiotica, l’amore maturo significa unione a condizione di preservare la propia integrità, la propia individualità. E.Fromm i disturbi della relazione le difficoltà di comunicazione, l'apprendimento della gestione dei tempi e degli spazi, la consapevolezza e la risoluzione dei giochi psicologici, i cambiamenti personali e/o della relazione, la risoluzione dei conflitti relazionali il sostegno e la preparazione alla separazione, il sostegno alla crisi pre o post matrimoniale, il sostegno e la gestione di situazioni problematiche e di eventi esistenziali La prospettiva psicologica contemporanea focalizza l’attenzione sull’importanza della relazione di coppia nell’esistenza dell’individuo. Nella vita attuale certi rapporti anche se inizialmente sembrano promettere un senso di armonia e di benessere psicofisico finiscono perché spesso non si ha il coraggio di esprimere se stessi all’altro, di accoglierlo e sperimentare il senso di appartenenza. Comunicare le proprie esigenze, i propri desideri, le proprie emozioni e allo stesso tempo riconoscere quelli del partner è un percorso necessario per creare un autentico rapporto di coppia. Raggiungere l’intimità per una coppia significa trovare la strada per raggiungere una “base sicura” cioè : il senso di sicurezza emotiva essenziale nel sostenere la vitalità e la crescita del rapporto di coppia. Una relazione basata su “un senso di sicurezza” può garantire un senso di benessere psicologico. L’esistenza di legami affettivi stabili, infatti, è un elemento fondamentale nella promozione della salute, del benessere e della sicurezza individuale delle persone; al contrario una mancanza di intimità all’interno delle coppie è stata da tempo correlata a diverse difficoltà personali quali ad esempio sintomi psicosomatici, stress, disturbi relazionali. Un aspetto fondamentale da tener conto per rendere possibile l’intimità è imparare a ricercare un continuo compromesso tra la propria indipendenza e la sensazione di appartenere. Quando si disconosce l’individualità dell’altro, la relazione tende ad essere oggettivante più che intersoggettiva nel senso di annullamento del bisogno di reciprocità che contraddistingue il rapporto di coppia. Un’unione riuscita permette di trovare un equilibrio tra i poli della dipendenza e dell’autonomia. È necessario quindi per continuare il processo di crescita saper aggiustare la distanza nel rispetto degli spazi reciproci in un adeguato equilibrio tra i bisogni di identità e di intimità. L’intimità ha bisogno di un equilibrio di somiglianze e differenze che possa favorire un rapporto di stabilità. I partner che esprimono i propri sentimenti, i propri desideri, bisogni e preoccupazioni hanno raggiunto un alto grado di “sicurezza emotiva”. Questo processo richiede tempo e sostegno per fare in modo che i partner possano adattarsi l’uno altro/a e diventare tolleranti verso una diversa modalità di essere nel mondo con un suo valore anche se differente dal proprio. Il segreto di un’intesa di una coppia sta proprio nel saper gestire le differenze. L’esperienza di non essere accolti riflette spesso la difficoltà nel non riuscire a condividere in coppia i propri desideri relazionali. Da qui nascono atteggiamenti rigidamente difensivi che bloccano la vitalità di un rapporto affettivo. Le emozioni e i desideri non manifestati attraverso un linguaggio preciso e affidabile portano a una comunicazione poco chiara e non aperta all’incontro autentico. Il movimento verso l’altro come in una danza procede per piccoli passi che vengono co-creati. Man mano che la relazione prende forma attraverso uno sviluppo della consapevolezza condivisa vi è un aumento dell’intimità che fa sentire le coppie unite nel tendere ad uno stesso fine: il bene proprio e dell’altro in un rapporto di impegno reciproco. Durante gli incontri lo psicologo non dà giudizi né suggerisce come comportarsi; il tentativo è di stimolare entrambi i componenti della coppia per aiutarli a prendere contatto con i propri bisogni e desideri più profondi, le eventuali difficoltà di comunicazione e i giochi psicologici che inconsapevolmente agiscono nella relazione, nonchè a rendere consapevoli di barriere e automatismi che si frappongono tra loro e i propri obiettivi. Nel lavoro terapeutico risulta fondamentale dare attenzione ai segni non verbali e a tutti i comportamenti della coppia che implichino appartenenza, come gli sguardi, i gesti, le parole che i partner utilizzano per esprimere apertamente affetto e capacità di comunicazione. Sostegno alle difficoltà adolescenziali per: Difficoltà relazionali Isolamento, difficoltà nell’instaurare relazioni amicali, difficoltà espressive Difficoltà di inserimento nel gruppo Crisi d'identità Difficoltà affettive e sentimentali Sostegno alla crescita e ai cambiamenti Tensioni con i genitori, rabbia; Problemi a scuola; Angosce, paure e ossessioni; Pensieri e gesti autodistruttivi; Somatizzazioni, stati di malessere fisico senza una causa organica. “Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a coloro che sognano di notte soltanto” (Edgar Allan Poe) L'adolescenza è una fase della vita in cui i dubbi su se stessi, gli interrogativi sulla propria identità, l'insoddisfazione per il proprio corpo, le tensioni con i genitori possono costituire dei momenti di transizione che nulla hanno di patologico. Tuttavia in alcuni casi questi aspetti assumono un peso eccessivo, provocando stati di sofferenza che si protraggono troppo a lungo o che si estendono fino a invadere la vita dell'adolescente. Il periodo dell'adolescenza è particolarmente fecondo rispetto al cambiamento ed è contemporaneamente un momento critico rispetto alla direzione che prenderà il processo di costruzione della personalità. Come se entrare in crisi profonda ponesse l’adolescente di fronte al bivio tra la possibilità di sviluppare una struttura personale solida da un lato e il rischio di un estendersi e di un amplificarsi dei punti di fragilità da un altro lato. Tutto dipende da come il ragazzo si pone di fronte al suo stato di crisi. D'altro canto pensare di farsi aiutare da qualcuno in adolescenza è sovente particolarmente costoso a livello emotivo. Tutti tesi verso l'acquisizione e il riconoscimento da parte degli altri della propria indipendenza, nella necessità di prendere temporaneamente le distanze in qualche modo dai propri genitori per potersi differenziare da loro, ecco nei ragazzi, l’ambivalenza nel chiedere aiuto e nel lasciar intendere o nel mostrare il proprio stato di bisogno. E’ chiaro, dunque, che la relazione d’aiuto, in adolescenza, segue un suo andamento peculiare. L’adolescente, infatti, non è più il bambino spontaneo e non è neppure l’adulto, che, in un modo o nell’altro, ha una domanda, cui attende risposta. L’adolescente è in mezzo e molto spesso non sa neppure lui di che cosa ha bisogno. Così l’adolescente, in generale, ed ogni adolescente, in particolare, fa un uso personale della relazione con lo psicologo: qualcuno ne usa il valore di spazio neutrale, qualcuno quello di tempo, qualcun altro quello di ascolto o di scambio. E spesso gli adolescenti lo fanno senza dirlo ed è magari a posteriori, o indirettamente, che lo psicologo ne viene a conoscenza. Sostegno ai Genitori per: Accogliere, accettare, comprendere i bisogni dei figli, in particolare durante l’infanzia e l’adolescenza, piuttosto che svalutarli o negarli Comprendere e riconoscere le proprie emozioni e bisogni, affinché possa distinguerli da quelli del figlio Riconoscere e potenziare le proprie competenze comunicative e usarle adeguatamente nella relazione con i figli “Mettersi in discussione” come soggetti capaci di garantire una “base sicura” e di rispondere ad una emozione negativa con una di segno positivo. Comunicare in modo efficace: nel dialogo con il figlio è importante per il genitore usare modalità comunicative di tipo genitoriale affettivo positivo e di tipo genitoriale normativo positivo; è importante cioè Accogliere e non Svalutare o Criticare. Nel sostenere psicologicamente i genitori emerge spesso l’esigenza d’aiuto nel processo educativo dei figli. Accogliere e rapportarsi con tale bisogno di sostegno/aiuto significa principalmente prefiggersi la crescita delle opportunità per la famiglia ed i loro componenti, una emancipazione educativa volta all’ampliamento del proprio spazio relazionale e vitale, il passaggio da “soggetti passivi”, dipendenti dall’ esperto, al ruolo di “soggetti attivi” e competenti. La relazione genitori figli è caratterizzata da aspetti multidimensionali, che comprendono la comunicazione, l’affettività, l’ascolto, ecc; e risente dei processi evolutivi, sociali e comunicativi diventando così un processo dinamico che va a costruirsi durante tutto l’arco della vita, e al quale sia i genitori che i figli partecipano attivamente. Il sostegno al percorso educativo va al di là della gestione, della pianificazione e dell’addestramento ai rapporti relazionali. I genitori nel chiedere aiuto si accorgono subito che la loro preoccupazione coincide, inevitabilmente e fisiologicamente, con la tematica centrale dell’essere padri e madri ed, immediatamente, le loro esigenze di metodo lasciano intravedere il loro bisogno di domande sui valori, sul perché dell’educazione, sulle finalità ed obiettivi, sulla legittimità o meno di questo o quel mezzo educativo. L’aiuto da offrire ai genitori non è dunque solo di natura tecnica e/o metodologica, ma riguarda il vissuto quotidiano, le reali situazioni globali di vita familiare, la società attuale. Se si vuole dare aiuto e sostegno ai genitori, prima di trovare soluzioni oggettive ai loro problemi, è opportuno comprendere il loro modo di “essere genitori”, la loro percezione del ruolo, al fine di ricercare insieme un modello d’azione educativa. Il sostegno ai genitori, dunque, non ha come obiettivo “l’addestramento tecnico” ma lo sviluppo di potenzialità e risorse latenti degli stessi, per poter iniziare un percorso formativo che possa fronteggiare con responsabilità pedagogica la loro costante preoccupazione pratica della quotidianità. Gruppi di Crescita Personale Le sedute dei gruppi di crescita personale consistono in incontri periodici i cui scopi principali sono l’espressione dei sentimenti e vissuti in un ambiente protetto ed il raggiungimento della consapevolezza delle proprie dinamiche interne ed interpersonali. Si tratta di gruppi di consapevolezza e crescita interiore dove ciascuno dei partecipanti ha la possibilità di effettuare un lavoro individuale in cui è assistito da un agevolatore e può utilizzare uno o più componenti del gruppo in qualità di personaggi o figure della sua esistenza e/o della sua immaginazione. I membri di ciascun gruppo possono avvalersi o meno di questa opportunità. Essi sono totalmente liberi di parlare o di non parlare, di compiere un lavoro di esplorazione o di non compierlo, di partecipare o meno al lavoro degli altri, se si è stati chiamati a farlo, di offrire un feedback o di negarlo. Alla base di un buon funzionamento del gruppo vi sono delle regole, che consentono ad ognuno di rispettare la libertà degli altri: Discrezione e confidenzialità: non si deve parlare al di fuori di quanto accade nel gruppo, questo darà la tranquillità necessaria per esprimersi liberamente; Esclusione di osservatori casuali: ciò permette al gruppo, libero da interferenze esterne, di raggiungere coesione, solidarietà, complicità ed intimità; Non fumare: consente di utilizzare creativamente le motivazioni e le tensioni che portano all’atto di fumare; Il tempo a disposizione fisso: fa sì che ciascuno utilizzi il gruppo lasciando spazio agli altri; Esprimersi invece che dialogare: durante tutte le fasi dell’incontro di gruppo non è consentito dialogare con la persona che in quel momento ha la parola, anche quando si viene direttamente interpellati da essa. Si invitano cioè i partecipanti a tradurre le parole in vissuti personali. La seduta di gruppo ha una struttura ed attraversa delle fasi che corrispondono alle fasi del pre-contatto (inizio), del contatto (durante), del post-contatto (fine). INIZIO (Fase espositiva): in questa fase i partecipanti sono invitati a presentare brevemente il loro vissuto attuale, esperienze, pensieri, sentimenti, aspettative. DURANTE (Fase del cambiamento): uno o più membri del gruppo possono essere chiamati a partecipare al lavoro in qualità di personaggi e/o figure reali e/o immaginarie di chi sta lavorando. Al termine del lavoro l’esploratore può richiedere un feedback ai membri attivi o spettatori del lavoro. In questo modo la persona rielabora la propria esperienza arricchendola ed amplificandola attraverso l’altro. FINE (Fase dell’assimilazione e dell’integrazione): quando il tempo a disposizione del gruppo sta per terminare, l’agevolatore chiede ai partecipanti di esprimersi a turno, comunicando il proprio vissuto dell’esperienza appena trascorsa. I membri del gruppo potranno poi utilizzare all’esterno quanto hanno compreso e sperimentato in un ambiente protetto, potranno interagire in modo più spontaneo e fluido con chi li circonda ed attivare le risorse interne necessarie per la propria autonomia esistenziale. La qualità del lavoro all'interno dei gruppi di crescita personale in ogni caso dipende molto dalla capacità dei partecipanti di esprimere i propri vissuti attraverso feedback fenomenologici. Consulenza Aziendale Collegato allo sviluppo della tecnologia e alla competitività dei mercati, assistiamo all’evolversi della mission delle aziende orientata ad offrire ai clienti servizi maggiormente personalizzati per massimizzare non solo il profitto ma anche il valore dell’azienda. L’azienda diviene un sistema sempre più aperto, che interagisce costantemente con i diversi stakeholder per ri-adattarsi e cambiare in funzione delle loro esigenze. Ciò la rende meno controllabile ed affidabile, meno rassicurante e protettiva, meno prevedibile. Le aziende si trovano cosi a fronteggiare su più versanti una varietà di situazioni nuove e di ampio respiro che generano contraddizioni e paradossi che a loro volta hanno ripercussioni inevitabili sulle persone. Per esse si apre un’era nuova, più ricca e più articolata rispetto al passato, che impone tuttavia modi diversi di stare nelle organizzazioni, di concepire il lavoro, di gestire le proprie ansie, di pensare il proprio progetto di vita. La flessibilità del mercato del lavoro che si manifesta sia in spostamenti continui delle persone da un’azienda all’altra e da un settore all’altro, sia nella precarizzazione dei contratti, complica la possibilità di fondare la propria appartenenza organizzativa, oltre che di pensare al proprio sviluppo professionale in un’ottica di medio-lungo termine. Inoltre le mansioni sempre meno definite, unite alla discrezionalità dei ruoli, rendono più forte l’esigenza di competenze non specialistiche ma “ibride” e trasversali. La spinta delle aziende al lavoro in équipe e all’integrazione di persone appartenenti a funzioni, culture organizzative, sedi e perfino paesi diversi, e contemporaneamente la fortissima competizione presente tra i lavoratori, anche legata alla precarietà del lavoro e alle scarse possibilità di crescita presenti, genera un disorientamento nelle relazioni con gli altri in cui i colleghi vengono visti in maniera ambivalente, ora come amici ora come nemici. Tutto ciò comporta l’esigenza di strutturare diverse modalità di integrazione reciproca, di gestire e risolvere i conflitti, sollecitando la riflessione su nuove forme di convivenza. L’attenzione che le aziende rivolgono al futuro, quale aspetto trainante sia per il business che per la propria sopravvivenza, contrasta con le risorse sempre più spesso assorbite da ciò che è contingente, veloce, necessario nell’immediato. E’ nota infatti l’importanza di guardare avanti, di anticipare possibili scenari futuri nei quali proiettare lavoro ed opportunità; ma è altrettanto chiara l’esigenza di allocare le proprie risorse per affrontare il “qui ed ora” e gestire i quotidiani imprevisti ed emergenze. Incertezza e competitività del mercato, complessità dell’ambiente, tensioni e paradossi organizzativi sono tutti elementi di un unico scenario che incidono in vario modo ed a vari livelli sulle persone: essi comportano sfide nuove per le organizzazioni in generale, ma soprattutto per la gestione delle persone che lavorano al loro interno. L’attenzione alle risorse umane è oramai uno slogan onnipresente nel mondo organizzativo, ed è chiaro a tutti che le persone e le loro conoscenze/competenze sono il vero patrimonio delle aziende. Sono le persone e la collettività di concerto, l’anello portante per la realizzazione e il successo dei cambiamenti e delle trasformazioni. Sono le persone e le collettività i destinatari dei processi di cambiamento, ma al tempo stesso coloro che possono agire in maniera trasformativa nel loro ambiente rendendolo più consono alle loro esigenze, soddisfacente e di successo. In tale scenario, di vivace e attento interesse alle dinamiche organizzative ed alla persone intese come vero capitale, le discipline psicologiche rappresentano un riferimento sempre più significativo non tanto, o non solo, nell’espressione tecnica, quanto per la capacità potenziale di supportare le organizzazioni su più fronti gestionali: • A livello individuale: contribuendo allo sviluppo di capacità che consentano di gestire situazioni di cambiamento e di incertezza cogliendole come opportunità; facilitando il riconoscimento dei punti di forza individuali per trovarne una adeguata valorizzazione ed al tempo stesso identificando le strategie per favorire il miglioramento dei punti deboli; fornendo gli strumenti per gestire efficacemente le diverse fonti di stress, ritenute fino a ieri esclusivamente causa di disagio individuale, ma oggi rilevanti per le loro ricadute a livello organizzativo e produttivo più generale. • A livello di gruppo di lavoro: incoraggiando l’individuazione di nuove modalità di convivenza tra e all’interno dei gruppi di lavoro; integrando le differenze culturali e individuali; prendendo consapevolezza delle risorse presenti del gruppo; favorendo l’interdipendenza e una leadership che supporti questo processo. • A livello organizzativo: suggerendo strategie per individuare, potenziare e trattenere i talenti; supportando l’azienda nel gestire le transizioni; valorizzando i processi di comunicazione; richiamando l’attenzione alla maggiore integrazione tra struttura e cultura, soprattutto per le implicazioni che cambiamenti nella prima comportano anche impercettibilmente per la seconda; operando infine nel rafforzare il legame tra produttività, soddisfazione e benessere, sicuramente più intrecciati ed interconnessi rispetto a ieri, per il successo organizzativo; favorendo il consolidamento dei valori di fondo e la loro condivisione per facilitare i processi di coesione e appartenenza organizzativa, di valorizzazione delle differenze e non ultimo per la sopravvivenza organizzativa medesima. Il mio intervento è di tipo informativo, formativo o elaborativo a secondo della tematica e delle esigenze specifiche dell’azienda, e questo è possibile strutturando un lavoro di equipe insieme ai professionisti del management che nell’azienda curano la traduzione in modelli operativi. Il mio lavoro si avvale dell’utilizzo di strumenti che permettono di evidenziare le dinamiche psicologiche coinvolte nel contesto lavorativo e quindi di elaborare dei modelli di intervento risolutivi delle problematiche emerse, che tengano conto anche degli aspetti psicologico-relazionali. Nell’ambito delle attività di psicologia del lavoro e delle organizzazioni, un esempio dei servizi che offro alle aziende sono: Analisi del Clima Aziendale; Analisi dei fenomeni socio-aziendali (assenteismo, infortuni); Analisi dei rischi da stress lavoro-correlato; Valutazione e gestione dello stress lavoro-correlato; Valorizzazione delle risorse umane. |